Anche quell’anno in primavera
le fate del bosco fecero fiorire
le primule che si trovarono, così,
abbracciate alle odorose verbene
ed all’edera sfrontata e vigorosa.
E quello stesso giorno il sole
riprese a vegliare su di te e raccolse
nella sua luce il tuo sconforto.
Lo trasportò lontano oltre
le terre infuocate, attraversando
la barriera di quelle ombre bizzarre
che si accatastavano scomposte
lungo i pontili scardinati di quel
maleodorante ed ombreggiato porto.
E fu un’aurora ardente
quella che capovolse il sole
ed albeggiò inebetita e luminosa
circondando ed intrecciando,
con puntiglio, la tua chioma
morbida e scontrosa.